I cammini per chi li vive, siano essi pellegrini o viandanti, rappresentano esperienze uniche da raccontare spesso in tempo reale sui numerosi canali social, o più tradizionalmente al rientro a casa. Ma cosa rappresentano per un territorio i cammini, gli itinerari di pellegrinaggio o di turismo lento? L’attenzione e gli studi si sono spesso concentrati sul pellegrino e sulle sue motivazioni di viaggio. Queste sono state spesso ricondotte agli ambiti spirituali, religiosi, culturali, e turistici. La realtà è, tuttavia, sempre più complessa. Alcuni partono mossi dalla voglia di cimentarsi in un viaggio lento alla scoperta di luoghi e di persone, altri sono mossi da profonde esigenze di cambiamento di vita. I concetti che forse più si avvicinano al cammino sono, per la mia esperienza personale, quelli di ricerca e di cambiamento. Non di rado chi parte si trova in un momento di transizione, di passaggio. Si parte e forse non si sa bene perché si parte, si torna che qualcosa è cambiato nella propria vita.
Ma cosa accade a un territorio che è attraversato da un cammino?
Quali sono le ricadute economiche, sociali e culturali sulle comunità ospitanti?