formazione

Green public procurement e criteri ambientali minimi: la spesa pubblica per la sostenibilità

17 giugno 2019

Spesa pubblica sempre più sostenibile, driver dell’economia circolare. E’ l’effetto che intende promuovere il percorso formativo nazionale in materia di Green public procurement e Criteri ambientali minimi, presentato oggi a Villa Umbra.

Parte oggi dall’Umbria  il primo evento formativo dell’Osservatorio Appalti Verdi, costituito da Legambiente e Fondazione Ecosistemi per monitorare e diffondere l’applicazione dei Criteri ambientali minimi in tutte le gare pubbliche, dagli acquisti energetici alle pulizie, dall’arredo urbano alla ristorazione. L’Umbria, è la prima tappa di un percorso che verrà replicato in autunno a Roma e a Rimini per far comprendere il cambiamento culturale cui siamo di fronte. L’Italia è il primo e finora unico paese europeo ad aver introdotto, con la riforma del Codice degli appalti del 2016, l’obbligatorietà dei Criteri ambientali minimi, stabiliti con decreto dal ministero dell’Ambiente, negli appalti pubblici per l’acquisto di beni e servizi. Un’opportunità significativa per orientare la spesa pubblica verso criteri di sostenibilità, che richiede anche profondi cambiamenti nella definizione dei bandi e nei criteri di aggiudicazione. Una sfida importante, basti pensare che in Italia la spesa della Pubblica Amministrazione è pari a circa 170miliardi di euro. Se soltanto un terzo di questa somma venisse impiegata secondo criteri di sostenibilità, avremmo un investimento verso l’economia verde superiore ai 50miliardi di euro all’anno

I lavori sono stati aperti da Giuseppina Baldassarri, coordinatrice del progetto europeo BIOECO-R.D.I. – BIO-ECOnomy Reserach Driven Innovation. Sono intervenuti: Enrico Fontana, della segreteria nazionale di Legambiente, Davide Ficola, Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria; Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi; Mimma Pecora, dell’Osservatorio Appalti Verdi; Diego Mattioli, project manager del progetto BIOECO-R.D.I.; Luca Bianconi, presidente del Cluster Umbria SPRING; Sandro Costantini, dirigente del Servizio valutazione ambientali, sviluppo e sostenibilità ambientale della Regione Umbria; Beatrice Morlunghi, di Sviluppumbria e Alfonso Morelli, assessore all’Ambiente del Comune di Narni.

L’iniziativa formativa “Green public procurement e criteri ambientali minimi: la spesa pubblica per la sostenibilità” è stata promossa da Sviluppumbria, capofila del progetto europeo BIOECO-R.D.I. – BIO-ECOnomy Reserach Driven Innovation finanziato dal Programma Interreg V-B ADRION, in collaborazione con Legambiente e con il patrocinio della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.

Lunedì 24 giugno si è svolta a Villa Umbra la seconda giornata del percorso formativo sul “Green public procurement e criteri ambientali minimi: la spesa pubblica per la sostenibilità”, promosso da Sviluppumbria, capofila del progetto europeo BIOECO-R.D.I. – BIO-ECOnomy Reserach Driven Innovation finanziato dal Programma Interreg V-B ADRION, in collaborazione con Legambiente e con il patrocinio della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Questa seconda sessione del seminario dal titolo: “L’adozione dei Cam-Criteri ambientali minimi nelle procedure di acquisto: criticità e soluzioni”, è stata caratterizzata dall’attività dei gruppi di lavoro costituiti da funzionari pubblici del settore acquisti e appalti. Durante l’attività in aula è stata simulata la redazione di un bando costruito espressamente per l’acquisizione di prodotti e servizi sulla base dei Criteri ambientali Minimi, previsti dalla normativa nazionale. L’attività dei gruppi di lavoro, coordinata da Legambiente e Fondazione Ecosistemi ha prodotto risultati molto interessanti e la metodologia è stata giudicata dai partecipanti molto formativa e stimolante. Il confronto tra funzionari di differenti amministrazioni ha posto in evidenza l’utilità dello scambio delle reciproche esperienze su un’impostazione, quella degli “acquisti verdi”, per certi aspetti ancora poco diffusa nell’operatività delle pubbliche amministrazioni ma che rappresenta un obbligo di legge a cui gli uffici preposti devono adeguarsi. L’attività del progetto BIOECO-R.D.I. proseguirà con un’azione di sensibilizzazione e accompagnamento delle imprese umbre per l’adozione della metodologia LCA (Life Cycle Assesment) ossia lo strumento per analizzare gli aspetti ambientali legati ad un prodotto/processo/servizio per tutte le fasi del suo ciclo di vita. Questa metodologia consente di certificare i prodotti in proporzione al loro livello di impatto sull’ambiente e sul loro grado di riciclabilità. L’obiettivo è spingere le aziende ad impegnarsi sempre di più verso l’adozione di cicli produttivi orientati verso l’economia circolare e ad estendere l’offerta di prodotti sempre più riciclabili e biobased.

 

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